IL FUTURO DELLE EMISSIONI ETS

L’orientamento della direttiva europea e il prossimo intervento legislativo italiano garantiranno una più efficace riduzione delle emissioni sotto il profilo dei costi promuovendo investimenti a favore di basse emissioni di carbonio.

È positivo il trend delle emissioni di gas serra degli ultimi 28 anni. Nel 2018, le emissioni diminuiscono del 17% rispetto al 1990, passando da 516 a 428 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e dello 0,9% rispetto all'anno precedente.
La diminuzione è dovuta alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili e all'incremento dell’efficienza energetica nei settori industriali.










Gli attuali obiettivi in termini di riduzione delle emissioni a livello dell'UE e gli obiettivi strategici per il periodo 2021-2030 si basano sul quadro per le politiche dell’energia e del clima all’orizzonte 2030, adottato dal Consiglio europeo nel 2014. Tale quadro prevede obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di gas serra a livelli inferiori a quelli del 1990, ossia una riduzione delle emissioni pari al 20 per cento entro il 2020 e ad almeno il 40 per cento entro il 2030 (43% per i settori soggetti ad ETS).

Il trend è confermato anche dalle emissioni provenienti dal settore delle industrie energetiche che rispetto al 1990, scendono del 30% già nel 2018 a fronte di un aumento della produzione di energia termoelettrica da 178,6 TWh a 192 TWh e di consumi di energia elettrica da 218 TWh a 295 TWh. La diminuzione è da attribuire principalmente alle industrie dei prodotti minerali e all’ industria chimica








L’ attuale pandemia secondo alcune analisi delle ultime settimane, dovrebbe aumentare questo trend di diminuzione della CO2 almeno di un ulteriore 10% nel 2020 (7% già conseguito nel primo trimestre 2020) quindi proiettando il Paese nel traguardare in anticipo l’obiettivo del 2030 considerando diversi nuovi fattori economici da tenere in considerazione per i prossimi tre anni.

L'Italia era chiamata a recepire la direttiva 2018/410/Ue entro il 19 ottobre 2019. A riguardo l’ EU ha ufficialmente aperto una procedura di infrazione per il mancato recepimento.

Ad oggi è in esame in Parlamento un Dlgs che dovrà tornare al Consiglio dei Ministri per il varo definitivo.

L’ orientamento della direttiva europea e il prossimo intervento legislativo italiano garantiranno una più efficace riduzione delle emissioni sotto il profilo dei costi promuovendo investimenti a favore di basse emissioni di carbonio. L'istituzione di una riserva stabilizzatrice del mercato ETS porterà a rendere più stabile il prezzo dei titoli nel medio termine.

Il sistema ETS dell’UE garantisce una riduzione annuale delle emissioni nei settori interessati, ma lascia un margine di incertezza in merito all'andamento dei prezzi delle quote di emissione.

Negli ultimi due anni l'andamento dei prezzi delle quote nel sistema ETS ha probabilmente generato pressioni sui costi delle aziende, anche se i mercati prevedono, al massimo, ulteriori moderati aumenti nell’arco dell'orizzonte di proiezione.

Dopo essersi mantenuto a livelli relativamente bassi pari, in media, a circa 6 euro per tonnellata di CO2 tra il 2012 e il 2017, il prezzo delle quote di missione nel sistema ETS è aumentato in modo significativo, nel 2018 e nel 2019, alla fine del quale, ha toccato i 25 euro a tonnellata.

Secondo una recente analisi della Banca D’Italia, il razionamento e/o la naturale diminuzione delle quote di emissione attualmente in corso attraverso provvedimenti governativi e/o delle restrizioni sanitarie, non ha avuto impatto sui titoli future relazionati alle quote ETS che al momento non indicano un incremento dei prezzi, il che suggerisce che nei prossimi anni non si prevede un forte impatto nei costi degli ETS sull’ autoproduzione di energia per le aziende energivore. La tendenza dei future secondo alcuni analisti di mercato è al ribasso.

Di fronte a questo orizzonte, le aziende saranno incentivate a diminuire le proprie emissioni attraverso riconversioni impiantistiche a basso impatto emissivo o nel cercare di ottimizzare il funzionamento dei propri impianti con il fine di efficientare la produzione di energia. Avviarsi in questo virtuoso percorso in una fase pre-emergenziale sui cambiamenti climatici, significa essere lungimiranti nel contenere i costi dell’energia in uno scenario di medio lungo termine

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